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Iole Notarangelo

Qual è il tuo background? Mi sono diplomata nel 1976 a Biella come perito chimico e avrei voluto proseguire laureandomi in biologia, ma la vita mi ha portata a fare altro. Mi sono specializzata nella vendita diretta e poi ho iniziato a fare l'operatrice di telemarketing intorno al 2000, quando questa attività era ancora agli albori. Grazie a questa esperienza ho capito qual è il modo giusto di porsi nei confronti del Cliente e soprattutto quanto sia importante l'empatia. In questo, l'utilizzo della voce è fondamentale perché contribuisce effettivamente a instaurare un rapporto di fiducia. Poi finalmente nel 2013 ho iniziato a occuparmi di energia, lavorando per CEI (Compagnia Energetica Italiana) che proprio a Candelo cercava nuovi collaboratori. Successivamente sono approdata in Connecto, con il ruolo di Responsabile del negozio di Candelo.

Perché hai scelto di lavorare in Connecto? Perché sono legata alle "connessioni" di Connecto, a partire dai rapporti personali che si sono creati a livello professionale. E, in effetti, per me Connecto vuol dire Morri, vuol dire Raffaini, vuol dire persone. Quando ho capito che in questa azienda avrei avuto a che fare con professionisti degni di fiducia, validi e sui cui potevo contare, non ho avuto alcun dubbio sul fatto che questa collaborazione avrebbe significato essere connessi e lavorare tutti in squadra per raggiungere degli obiettivi.

Cosa fai in Connecto? Prima ancora di essere una venditrice, mi ritengo una consulente energetica a tutti gli effetti: aiuto le persone a districarsi in questo "marasma" che è diventato il mercato energetico, soprattutto negli ultimi tempi. Non voglio dare l’idea di quella che deve chiudere il contratto a tutti i costi, ma cerco prima di tutto di capire le esigenze di chi ho di fronte per offrire loro la soluzione migliore, fornendo anche l’assistenza necessaria a chi è già nostro Cliente.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro? Il contatto con le persone e il fatto di essere “sulla strada”: quando gli altri chiudevano gli uffici noi li abbiamo aperti, siamo sulla pubblica via, proprio sulla piazza principale qui a Candelo e sono felice quando la porta si apre e una persona entra per chiedere informazioni.

Un aggettivo positivo e uno negativo per descriverti. Io mi ritengo una persona empatica, che cerca di trovare anche il lato positivo delle persone. Riguardo l’aggettivo negativo, come canta Fiorella Mannoia, sono “dolcemente complicata”: sono gemelli ascendente pesci, quindi ho diverse personalità!

Dimmi una cosa che proprio non sopporti. In generale la falsità, le persone che vogliono farti credere cose che non sono.

Il tuo passatempo preferito? Ne ho tanti… in primis mi piace cantare, tant’è che col mio compagno Edoardo organizziamo serate canore. Poi mi piace scrivere, adoro il teatro e leggere in pubblico ad alta voce. Ho anche una grande passione per la fotografia, cerco di avere un occhio diverso: tante volte vediamo le cose ma non le guardiamo davvero, lo sguardo del fotografo al contrario è in grado di cogliere tanti dettagli e sfumature.

Il libro che hai amato di più? Ultimamente sto rileggendo “La fine è il mio inizio”, di Tiziano Terzani. Trovo che dovremmo leggerlo tutti, perché è una sorta di lascito testamentario culturale alle generazioni future.

Il tuo musicista/ canzone preferito? Io sono pazza di De André, di tutte le sue canzoni. Mi è sempre piaciuta la capacità del cantautore di raccontare e di dare dignità agli “ultimi”.

Se potessi rinascere, in quale epoca vorresti vivere e con quale ruolo? Mi sarebbe piaciuto vivere negli anni '20 del secolo scorso, perché c’era un grande fermento artistico e letterario sia in America che in Europa. Oppure in quella in cui ho vissuto, ma con la consapevolezza di oggi riguardo quel periodo: gli anni ‘60, il boom economico, l’Italia che si trasforma in società industriale, la musica, il cinema, le figure culturali iconiche di quegli anni. “Formidabili quegli anni” come scrisse lo scrittore Mario Capanna.

Nell’epoca attuale quale personaggio vorresti incontrare? Vorrei incontrare Liliana Segre, per sentire la voce di chi ci è passato, in quell’inferno.

Quale superpotere vorresti avere? Vorrei sviluppare quel 90% di capacità cognitive che abbiamo e non utilizziamo, il dono dell’ubiquità, il teletrasporto e la telepatia (che un po’ ho già, devo solo affinarla!).

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Il mio sogno nel cassetto è abitare in campagna o in montagna, a contatto diretto e in armonia con la natura. L'ideale sarebbe fondare una comunità montana ecosostenibile, a partire da vecchi borghi dismessi e abbandonati del Piemonte o dell’entroterra Ligure.

Qual è il tuo motto della vita? Accogliere ogni giorno un nuovo insegnamento.

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